Le opere di Banksy sbarcano sul Lago di Garda!

Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Desenzano del Garda e prodotta dall’agenzia MV Eventi di Vicenza, la mostra non presenterà solamente il celebre artista di Bristol, ma anche alcuni dei principali protagonisti della scena Street Art internazionale come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, Obey, Invader, Ron English, Anthony Lister, Mason Storm, Mark Dean Veca, Martin Whatson, Donald Baechler, Paul Kostabi, D*Face, KayOne, MR. Wany, Sandra Chevrier, Icy and sot, Hama Woods, Vhils, Ben Eine, Thetan one, Solomostry, Slog 175, Skaione, Cizerocentodieci, Evyrein. Oltre 50 opere provenienti da collezioni private italiane e dagli stessi artisti in un’alternanza di lavori su tela, legno, carta, scultura, serigrafie firmate, poster e memorabilia selezionati dopo oltre due anni di ricerca.

“La mostra” spiega Matteo Vanzan di MV Eventi “è strutturata per essere una riflessione sul fenomeno Banksy, più che essere una mostra di Banksy. Vogliamo porre al visitatore una serie di interrogativi non solo attraverso le opere esposte, ma soprattutto lungo un percorso didattico ed emozionale fatto di filmati, gigantografie e testi critici. La Street Art è indomabile, affascinante, misteriosa e per molti versi ancora avvolta nel mistero. È arte senza confini ed estesa in ogni angolo del pianeta per raccogliere le voci di un’umanità in continua emergenza espressiva.”

Con contenuti sempre nuovi, forme in mutazione continua, la Street Art è affascinate e sexy, alternativa e allo stesso tempo mainstream diventando, dagli anni Ottanta, linguaggio istituzionalizzato proprio grazie ad un sistema dell’arte che tutto fagocita. Le più rinomate gallerie newyorkesi iniziarono ad interessarsi a quelli che, ancora, non erano considerati artisti, ma che ben presto e grazie ai sistemi di promozione culturale, divennero a tutti gli effetti delle vere e proprie star, in primis Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. L’artista di Bristol rappresenta la punta di un iceberg le cui origini iniziano nelle metropolitane degli Stati Uniti verso la prima metà degli anni Sessanta per espandersi sempre di più nei pieni Settanta. Fu grazie alle contestazioni studentesche e sociali del ’68 che si sancì la nascita di quella controcultura sintomo del rinnovamento di stili, linguaggi e forme espressive dal Post-Minimalismo alla Street Art. Quello scolpito sui muri è un messaggio necessario per esprimere il proprio dissenso, per riappropriarsi di quegli spazi, definiti non-luoghi, la cui genuinità non deve sopportare i vincoli dei circuiti ufficiali. Ecco nascere, in tutto il mondo, un coro generazionale che, parlando direttamente al pubblico, riporta l’arte ad una nuova dimensione di significato: lo crea senza mai subirlo. Quello rappresentato in questa esposizione è un luogo del mistero e dell’invisibilità, consapevoli che non c’è più tempo per definizioni o accademismi ma che la Street Art è oggi linguaggio universale della nostra società.

“Questa mostra vuole chiedersi, oggi, cosa sia la Street Art: dove nasca, chi ne siano i principali protagonisti giunti alla ribalta internazionale e quale sia oggi la potenza del muro” conclude Matteo Vanzan “un supporto concreto e tangibile su cui gli artisti di tutto il pianeta tessono messaggi sociali che giungono con forza inaudita sino a noi. Il tempo del mondo metropolitano tanto caro a Taki 183 sembra essere finito, ma non quello del mondo underground e dei circuiti alternativi. Come la pittura a buon fresco, anche i lavori su muro oggi assumono un significato allegorico che va contestualizzato con la società contemporanea senza dimenticarsi mai che, come Banksy ci ricorda, “l’invisibilità è un superpotere.”