LA MOSTRA

Sponsor della mostra: GRANA PADANO

La mostra ha l’obiettivo di presentare alcuni protagonisti dell’Arte Contemporanea italiana che, da ormai diversi anni, sta vivendo un rinnovamento stilistico incessante, cambiando regole e cercando nuove soluzioni stilistiche. Dalla frase di Giorgio De Chirico “Vi sono degli uomini, dei quali probabilmente anche voi fate parte, che, arrivati a un limite della loro arte, si sono domandati: dove andiamo?”, nasce la riflessione per capire, dopo un ‘900 così ricco di protagonisti, dove sta guardando oggi l’Arte Contemporanea. La crisi mondiale e l’incertezza verso il futuro hanno generato l’insofferenza profonda di un’umanità stanca di lotte ed incomprensioni, alla ricerca di semplicità, serenità e sicurezza. L’Arte risponde a tutto ciò con forza e decisione abbandonando concettualismi ed intrecci filosofici che hanno caratterizzato l’Informale, lo Spazialismo, l’Arte Analitica e molte altre correnti per spogliarsi, ancora una volta, di quella pragmaticità cui aspirava qualche decennio fa, tornando al figurativo. New Generation, dall’inglese nuova generazione, è un omaggio ad alcune personalità del rinnovamento stilistico italiano, con opere, tra le altre, di pittura e fotografia di Gianluigi Bassanello, Tina Sgrò, Davide Longfils, Gianluca Stumpo, Alessandro Troso, Roberto Perocco, Carlo Chechi, Francesco di Pasquantonio fino ai più recenti pittori digitali Fabrizio Carotti, Manuela Luzi e Fabio Panichi, che, in un concetto che usa come pretesto la fotografia, riescono a superare il “limite concettuale” del mezzo fotografico per arrivare a fare una vera e propria pittura virtuale. Ospiti della mostra saranno gli artisti Tina Sgrò e Fabrizio Carotti, invitati dal gruppo Arthemisia, organizzatore del Padiglione Italia, a partecipare alla 54a Biennale d’Arte di Venezia, dal 4 giugno al 27 novembre 2011. Tina Sgrò, con il suo indubitabile talento, si è prepotentemente inserita in quell’area espressiva che tenta di rinnovare l’iconografia del paesaggio metropolitano, portandovi il proprio contributo personale con l’elaborazione di una originale cifra stilistica e di un particolare modo di vedere e di rappresentare la scena urbana. E’ una pittura, la sua, che parla di architetture, di stazioni ferroviarie, di caselli e passaggi a livello, di ponti e d’autostrade, di piloni e viadotti, di segnali stradali e stazioni di servizio, di periferie e di centri cittadini. Quelle che l’artista ci presenta sono immagini intense ottenute per tramite di un impianto disegnativo e pittorico robusto, dove la pennellata viaggia sciolta, perentoria e aggressiva e si dispone in tutte le direzioni possibili con furore ed energia. Fabrizio Carotti usa la fotografia con una ponderatezza che non diventa mai incapacità a non farsi coinvolgere dalle possibilità di un confronto con la temporalità rappresa. Parte dalla fotografia come genealogia impossibile per aprirsi ad una sperimentazione verso altre situazioni e verso la pittura stessa, che è consanguinea per la sua generazione. Il digitale fa sì che i tempi della ripresa e dell’elaborazione coincidano in un’ unità di tempo infinitamente variabile.