LA MOSTRA

Artisti presentati: Andy Warhol – Roy Lichtenstein – Robert Rauschenberg – Robert Indiana – Joe Tilson – Aldo Mondino – Mario Schifano – Franco Angeli – Tano Festa – Gino Marotta – Renato Mambor – Concetto Pozzati – Mimmo Rotella – Giosetta Fioroni – Mario Ceroli – Michelangelo Pistoletto – Pino Pascali – Piero Gilardi – Ugo Nespolo – Marco Lodola – Enrico Manera – Omar Ronda – Simona Weller – Manuela Luzi – Fabio Panichi – Carlo Chechi – Francesco di Pasquantonio

POP ART: una rivoluzione dagli anni ‘60 fino ai giorni nostri

Una mostra tenutasi nel 1962 a New York presso la Galleria Sidney Janis vedeva riuniti per la prima volta artisti italiani, francesi e americani sotto la comune etichetta di New Realist, titolo della mostra. Si può dire che ad oggi quell’iniziativa rimane un episodio isolato nella storia dell’arte degli ultimi 50 anni. All’epoca gli artisti italiani godevano di un successo pari a quello di quelli americani. Poi dopo la Biennale di Venezia del 1964 con il gran premio assegnato a Robert Rauschenberg, l’arte statunitense si imporrà sul mercato globale influenzandone le scelte critiche. Quando, tra qualche decina d’anni, si ripenserà alle immagini del XX secolo, non si potranno non ricordare i grandi segni della Pop Art come quelli più caratteristici e popolari, oltre che immediatamente sintetici, del sentire di un’epoca. Questo, sul piano internazionale, come su quello nazionale. Scoprimmo che l’immaginario era definitivamente altrove, non nelle nostre chiese o nelle rovine classiche, ma fra gli elettrodomestici delle nostre cucine, sulle spiagge con le palme di Los Angeles e negli specchietti retrovisori delle grandi limousine americane. E scoprimmo che questo era “arte”: cosa che ci folgorò, ci piaque immensamente e, possiamo veramente dirlo, ci cambiò la vita. Al pari di tutti i movimenti artistici globali, la Pop si è imposta come stile condiviso, è diventata nelle sue anticipazioni e nelle sue varianti, lingua del Novecento. Del resto se le Pop Art fosse stata solo moda e gioco, sarebbe già morta da tempo, e invece è penetrata dentro di noi, nel nostro immaginario, nel gusto, nel modo di guardare il mondo. Disegna un’epoca e insieme continua a parlare di noi, della nostra società, delle merci e dei marchi, delle icone e dei miti. È un mondo fatto di comunicazione, governato dalla pubblicità, dove tutto è possibile, nel quale chiunque, grazie alla televisione, può sentirsi famoso, anche solo per quindici minuti. La Pop è come le vetrine di una città. È colore, allegria, comunicazione. La Pop è seducente. Ma che cos’è Pop? Un’assoluta ventata di freschezza non solo nell’Arte, ma anche nella musica, nel design e nello stile di vita di tutti i giorni con nuove soluzioni, nuove immagini, nuovi modelli, creando un vero e proprio stile, inconfondibile, universalmente conosciuto. Pensiamo, ad esempio, al design e all’arredamento d’interni, dove oggetti come radio, lampade, televisori e sedie diventano oggetto del desiderio comune per le forme stravaganti e per colori accecanti; la musica pop, sull’onda del successo di Beatles e Rolling Stone, diventa commerciale, con melodie semplici e ritornelli accattivanti volti a catturare immediatamente l’attenzione del pubblico. Più marcati sono invece i riferimenti nel mondo della moda dove, grazie alla spiccata sensualità di Twiggy e della minigonna, si delineavano nuovi look, trasgressivi ed ironici allo stesso tempo, prendendo dalla Pop Art non solo l’ispirazione per proporre nuove linee, ma fondendosi quasi completamente con la corrente, trovando collaborazioni con gli stessi artisti. Nel 1966 America realizza un vestito con le stampe delle famose Zuppe Campbells; nel 1991 Gianni Versace disegna un vestito tempestato di ritratti warholiani di Marilyn Monroe; Vivienne Tam Spring riproduce un vestito con i volti di Maozedong; Pepe Jeans presenta una collezione esclusiva basata su riproduzione di opere di Warhol; Miu Miu propone un modello di scarpe in perfetto stile pop: Le “Mary Jane” con margheritone dipinte; Gilli nella collezione del 2010 si ispira alle litografie di Warhol. Lo stesso Andy Warholnacque con la moda sin da quando nei primi anni ’50 era stato disegnatore e pubblicitario di Glamour, Vogue e Harper’s Bazaar ideando scarpe in stile New Look, i cui bozzetti negli anni ’90 vennero poi a decorare un abito in raso della casa di moda Iceberg. Moda e Pop Art si fondono quindi, riversando creatività ed innovazione sul nostro stesso stesso stile di vita, quasi a voler diventare un’immagine-azione indossabile tutti i giorni.

EDIZIONI PASSATE

2011: Galleria del Palazzo dei Giardini SABBIONETA (MN)

2011: Palazzo Pisani LONIGO (VI)

2009: Palazzo Maria Callas SIRMIONE (BS)

2009: Palazzina Azzurra SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AS)

2004: Museo Archeologico LEGNAGO (VR)

maggiori informazioni